· il convegno di fine millennio
· La specializzazione: punto di forza del sistema del credito.
·
In unatmosfera daltri tempi
· Attuale situazione e prospettive del leasing immobiliare tedesco
· La situazione attuale nel leasing immobiliare
· Il contesto tedesco
· Il leasing immobiliare nel diritto civile tedesco
· Il leasing immobiliare nel diritto fiscale tedesco
· Decreti fiscali rilevanti per il leasing immobiliare
· Regolamenti di fine contratto per i contratti di leasing immobiliare
· Il leasing immobiliare nel diritto commerciale
· Finanziamento attraverso fondi di leasing immobiliare
· Lo sviluppo storico del quadro regolamentare
· I servizi nellottica del settore del leasing immobiliare
· Prospettive
· Una sola nuvola nel cielo di Parigi
· Cè ancora vita per il leasing dopo McGregor?
· Italiani: stiamo attenti a non vincere troppo in Europa
· Più poteri all'UIC
· Banche e I.F. Vigilati: Sancita la parità Istituzionale in tema di Agevolazioni
· Libri sul Leasing
· Vita Associativa
· Circolari di Ottobre
· Riunioni
· Pareri
Questo numero della Lettera di Assilea è largamente dominato dal Convegno
Leaseurope di Parigi di cui pubblichiamo tre interventi, rimandandone la pubblicazione di
almeno un altro paio (fra cui quello di Falcone sul leasing immobiliare in Italia) al
prossimo numero. Il ponderoso fascicolo con gli atti completi del Convegno è comunque in
corso di spedizione a tutte le Associate Assilea.
Nel Quaderno in supplemento pubblichiamo l'ultimo aggiornamento della ricerca del
Censis che mette a frutto gli approfondimenti sul mercato del leasing attuale e
prospettico emersi nel corso dell'incontro Delphi Leasing di ottobre. Buona lettura a
tutti.
di Beatrice Tibuzzi
Si può definire così il Convegno Leaseurope-Eurofinas che si è tenuto, anche
questanno in forma congiunta fra le due Federazioni europee del leasing e del
credito al consumo, dal 10 al 12 ottobre nella capitale francese. Una splendida Parigi ed
una sfavillante Torre Eiffel, con linsegna luminosa del conto alla rovescia dei
giorni che ci separano al duemila, hanno fatto da cornice allevento. Evento che
questanno si è particolarmente distinto, oltre che per lautorevolezza dei
relatori intervenuti, per il buon gusto e loriginalità - caratteristiche che del
resto da sempre contraddistinguono i nostri colleghi doltralpe - con cui sono stati
organizzati gli eventi mondani della manifestazione.
In questo numero della Lettera di Assilea, oltre a cercare di trasmettervi le sensazioni
ed i concetti chiave emersi nelle due giornate di convegno, pubblichiamo tre tra gli
interventi più significativi: quello di apertura del Governatore della Banca di Francia
J.-C. Trichet, quello di K. Feinen sul leasing immobiliare tedesco e quello di M. Paoletti
Perini, Vice-Presidente Leaseurope, sulle prospettive del leasing anche in vista di una
paventata prevalenza in ambito europeo delle "correnti di pensiero" più
sfavorevoli in tema di contabilità internazionale sul leasing.
Tra gli altri interventi di maggior prestigio e interesse ricordiamo in particolare
quello del Presidente della Banca Centrale Europea Willem F. Duisenberg che ha presentato
il "resoconto" del primo anno di attività dell "Eurosistema",
descrivendo il contesto ed i vincoli in cui esso si trova ad operare nellambito del
perseguimento dellobiettivo primario di stabilità monetaria.
Con riferimento alle sessioni dedicate a temi specifici, questanno, in
contemporanea a quella dellAutoforum europeo, si è svolta una sessione sul leasing
immobiliare. Questa ha visto interventi di approfondimento sui mercati che hanno
registrato, lo scorso anno, i più alti volumi di stipulato nel comparto (Italia, Germania
e Francia). Il sistema e le prospettive del nostro mercato sono state dettagliatamente
illustrate da Graziano Falcone.
Nellultima giornata è stata inserita, infine, uninteressante sessione sul
rischio di credito, durante la quale è stata presentata, dopo lintervento di
Lamberto Cioci sulla Centrale dei Rischi Assilea, la struttura della Centrale dei Rischi
della Banca di Francia. Una presentazione che ha favorevolmente impressionato molti
colleghi europei (soprattutto tedeschi, francesi e portoghesi) e che forse potrebbe
davvero mettere in moto - anche se in un futuro certo non vicino - la nascita di una Banca
dati europea del leasing.
Possiamo dunque con orgoglio affermare che gli interventi dei relatori italiani hanno
avuto risonanze molto positive e che, comunque, alta è stata la rappresentanza italiana
anche in termini di presenze al convegno. Rappresentanza che, per numero, è stata seconda
solo a quella dei "padroni di casa" francesi!
Le statistiche della Federazione, illustrate in apertura del convegno da Piero Biagi,
Presidente del Comitato Statistiche e Marketing Leaseurope, mostrano un settore che, alle
soglie del nuovo millennio, presenta chiari segnali di crescita.
La dinamica del settore si dovrà comunque confrontare con il completamento del
passaggio alleuro e con lo scenario competitivo che ne deriverà a livello
internazionale. Come è emerso anche dallintervento di D. Nissen della GE Capital,
lintroduzione di una moneta unica nellarea degli "Undici" e la
sempre maggiore integrazione tra questi mercati potrà facilitare lentrata di
competitori doltreoceano che, forti della loro avanzata cultura finanziaria e della
loro dimestichezza con gli strumenti telematici più innovativi, già si preparano ad
attuare strategie di penetrazione nel Mercato Unico.
Quali dunque le prospettive? La specializzazione degli intermediari, linnovazione
di prodotto, lintroduzione di strumenti sempre più sofisticati per il controllo dei
rischi sono le parole dordine più volte risuonate nel Convegno e, probabilmente, le
chiavi di successo del settore nel prossimo millennio
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Noi ci crediamo da sempre. Ma che piacere sentirselo dire da un Governatore di Banca
Centrale
(Intervento di apertura di Jean-Claude Trichet, Governatore della Banque de France)
"E con grande piacere che ho accettato il vostro invito al congresso delle
federazioni europee del credito al consumo EUROFINAS e del leasing LEASEUROPE. Questa
manifestazione è in effetti per me loccasione di sottolineare quanto i banchieri
centrali sono sensibili al ruolo originario e specifico degli istituti di credito
specializzati.
Come voi sapete, noi siamo particolarmente attenti, nella comunità delle Banche
centrali, allevoluzione dellattività e dei risultati delle vostre aziende.
Daltronde, le preoccupazioni che esse esprimono si avvicinano per molti aspetti a
quelli delle autorità bancarie. Questo è rassicurante e testimonia che numerosi attori
sulle differenti piazze finanziarie hanno preso coscienza delle poste in gioco e delle
sfide da affrontare.
Ho notato con piacere che sono rappresentati 28 Paesi e 2.400 intermediari finanziari.
Pertanto, desidererei portare qualche chiarimento sulla specializzazione degli istituti
di credito. Questa costituisce in modo quanto mai evidente uno dei punti di forza dei
sistemi bancari, contribuendo alla loro diversità e alla loro ricchezza.
La banca specializzata comprende una grande varietà di attori sia per dimensione che
per natura delle attività esercitate. Le carte vincenti di un tale statuto permettono
già da adesso agli istituti di credito specializzati di prendere parte attiva al fenomeno
di ristrutturazione del panorama bancario. Mi sembra doveroso trattare brevemente questi
differenti punti.
*
Riguardo allattività, dopo aver sofferto nel corso degli ultimi anni per la
atonia relativa della domanda di credito, gli istituti di credito specializzati
beneficiano ormai di una congiuntura economica e finanziaria più favorevole, così come
testimoniano i buoni risultati dinsieme mostrati dalle vostre società nel 1998. I
dati più recenti di cui disponiamo in Francia sullinsieme degli istituti di credito
specializzati mettono in rilievo una sensibile crescita della produzione di finanziamenti
nel corso degli ultimi mesi.
Unita al contenimento delle spese generali, questa evoluzione permette alla redditività
gestionale del settore di migliorare sensibilmente e i risultati correnti al lordo delle
imposte degli istituti di credito specializzati che sono raddoppiati nel 1998
dovrebbero nuovamente crescere nel corso dellesercizio 1999.
Il contesto economico è oggi trainante, in tutta lEuropa e non solamente in
Francia. La crescita del prodotto interno lordo è ormai più vigorosa, a sostegno dei
consumi delle famiglie e della domanda di credito.
A livello dellEuropa intera, la crescita del ricorso al credito da parte del
settore privato è particolarmente dinamica, dellordine del 10% da molti mesi. Come
sapete, il Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea ha, dal 15 luglio
scorso, indicato che avrebbe seguito con grande attenzione questa evoluzione. La
responsabilità dei banchieri centrali, non scordiamolo, consiste nel vigilare,
continuamente, a ché la crescita sia sana e dunque il più durevole possibile. E
esercitando questa vigilanza anti-inflazionistica che il Consiglio dei Governatori
dellEurosistema contribuisce e contribuirà a preservare una crescita robusta a
medio termine.
*
Tuttavia, - ed è il secondo punto che richiamerò al di là di questo contesto
economico favorevole, le performance mostrate sono ugualmente il riflesso delle buone
carte inerenti la specializzazione, carte che avete saputo sviluppare e consolidare nel
corso degli ultimi anni.
In effetti, il controllo di gestione degli istituti specializzati si poggia su una
contabilità per natura analitica che permette loro di disporre di una conoscenza molto
precisa dei fattori che compongono i loro margini. In Francia, questa pratica si iscrive
nellorientamento delle esigenze del Comitato per la regolamentazione bancaria e
finanziaria relative al controllo interno degli istituti di credito. Essa è
indispensabile per il ristabilimento ed il mantenimento delle condizioni normali
desercizio. E in effetti essenziale che i tassi debitori coprano
linsieme dei costi diretti e indiretti sostenuti dalle banche.
Gli istituti di credito specializzati hanno nel complesso realizzato gli sforzi
necessari per mettere in piedi strumenti efficienti di selezione della clientela e di
pilotaggio del rendimento dellattività. Possono dunque oggi trarre pienamente
profitto dal loro contesto pur limitando questo è essenziale i rischi in
corso. Su questaspetto, lelaborazione di procedure efficaci di controllo dei
rischi a tutti gli stadi della vita del credito (metodi di "scoring" e di
recupero, indicatori di gestione ecc.) costituisce un punto di forza evidente.
Senza dubbio, questo approccio può essere certamente ancora affinato. E
particolarmente importante ragionare su basi dati che siano il più complete e
significative possibile. E il caso dei tassi di sinistro stimati sui crediti al
consumo, che devono essere determinati a partire da uno storico il più ricco possibile,
al fine di comprendere cicli economici completi. In generale, è auspicabile limitare la
dipendenza dellattività bancaria da questi cicli permettendo agli istituti
specializzati dintegrare al più presto nei loro conti i rischi ad essi afferenti,
segnatamente tramite la costituzione di riserve generali minimali. Occorre dunque
proseguire su questa via al fine di evitare ogni possibile peggioramento dei rischi.
Nello stesso ordine di idee, in Francia, la crescita particolarmente forte
dellattività di prestito nel settore immobiliare nel corso dellultimo
semestre non ha mancato di suscitare qualche inquietudine. Facendo seguito, è vero, ad un
periodo di relativa atonia della domanda, le nuove operazioni di finanziamento di immobili
dimpresa e di abitazioni realizzate dalle società finanziarie hanno registrato
tassi di crescita vicini al 50% nellarco dei primi sei mesi dellanno 1999.
Questa crescita dellattività non deve certamente compiersi a detrimento della
qualità degli impieghi. Cè qui un messaggio che ho regolarmente loccasione
di indirizzare a tutta la professione bancaria e sul quale oggi mi permetto di insistere
ancora. Bisogna guardarsi, in una fase ascendente del ciclo, dal ripetere gli errori del
passato. Lattenzione portata alla qualità delle controparti, alla solidità delle
garanzie, e, in maniera più generale, al controllo dei rischi, deve essere massima e
costituisce un obiettivo prioritario per la comunità bancaria.
*
Infine, molte sfide devono essere affrontate e sono convinto che gli istituti di credito
specializzati hanno la capacità di fronteggiarle.
Il passaggio allanno 2000 ne costituisce probabilmente laspetto più
immediato. Lazione del settore finanziario in questo ambito è stata esemplare e si
è segnatamente tradotta in Francia nella pubblicazione nel 1998 di un libro bianco su
questo argomento completato da una specifica appendice sui contingency plans. I lavori di
preparazione allanno 2000 devono oggi essere ultimati al fine di circoscrivere gli
ultimi incidenti residuali. Inoltre, il ruolo in una volta precursore e centrale degli
istituti di credito deve condurli a sensibilizzare i propri clienti su questo problema.
Al di là di questa questione tecnica, gli istituti di credito devono approfondire le
loro riflessioni strategiche sulla natura stessa del loro mestiere. La creazione di un
vasto mercato europeo di credito impone di proseguire nella razionalizzazione dei mezzi e
delle strutture. I processi di ristrutturazione, che si sono accelerati da dieci anni,
sono dunque destinati a protrarsi.
Questo processo non rimette affatto in causa il ruolo degli istituti di credito
specializzati. Per quanto mi riguarda, non ho nessun dubbio sulla capacità delle vostre
società a partecipare alla riconfigurazione attuale del panorama bancario sia in Francia
che in Europa.
Di fatto, le operazioni bancarie presentano una tecnicità ed una complessità
crescente, ivi compresa nelle attività più tradizionali. Il loro controllo può passare
attraverso il ricorso a degli specialisti, che hanno per vocazione la creazione del valore
aggiunto che farà la differenza rispetto ai concorrenti. Per lo più, questa
specializzazione non necessita che di strutture leggere di produzione. E lì un
fattore essenziale laddove, in un contesto di erosione del margine di intermediazione, il
contenimento delle spese generali diventa un obiettivo primario. Gli sforzi realizzati dai
vostri istituti in termini di razionalizzazione dei mezzi e di guadagni di produttività
devono essere accolti con soddisfazione.
La specializzazione non è daltronde in contraddizione con luniversalità. I
grandi gruppi bancari universali che esercitano "mestieri" molto diversi possono
ben scegliere, per tutti i vantaggi che procura la specializzazione, di segmentare le
proprie attività e di farle esercitare da strutture specializzate. Questo contribuisce a
limitare i rischi che può comportare tutta la politica di diversificazione su segmenti
dattività conosciuti meno bene.
D'altronde già da tempo con regolarità le banche universali più grandi forniscono i
propri dati gestionali secondo una ottica per "mestieri" appoggiandosi agli
strumenti di contabilità analitica. Una tale evoluzione è già una realtà in seno ai
più grandi gruppi bancari..
Più di recente, le stesse strategie adottate dalle banche in molte iniziative di
partnership e di collaborazione si fondano proprio su una ricerca di valorizzazione dei
vantaggi attesi dalla specializzazione così da rafforzare la propria presenza su un
determinato "mestiere" o segmento di attività. Senza arrivare fino ai legami di
capitale, la ricerca di nicchie ha infatti condotto allo sviluppo di accordi di vere e
proprie partnership nel corso degli ultimi anni tra gli istituti di credito specializzati
e numerose reti bancarie. Questo testimonia il riconoscimento di un reale savoir-faire.
Per concludere, gli istituti specializzati mi sembrano particolarmente ben attrezzati in
Europa per far fronte alla concorrenza nei diversi comparti del finanziamento o
dellintermediazione. La valorizzazione del loro savoir-faire permette loro di
raggiungere una qualità del servizio molto alta e di essere al tempo stesso
concorrenziali su altri elementi che non il solo prezzo.
Vi ringrazio della vostra attenzione."
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Gli avvenimenti "mondani" delle giornate del Convegno sono stati organizzati
in ambienti straordinariamente suggestivi, pur tra loro così diversi.
Il cocktail di benvenuto si è svolto nel Musée des Arts Forains alla periferia della
città dove, in ampi ed accoglienti padiglioni sono ricostruite giostre antiche
(perfettamente funzionanti!) e giochi da fiera del secolo scorso. Lì gli invitati,
gustando prelibatezze e ghiottonerie della cucina francese, hanno potuto tornare "un
po bambini" salendo sui cavalli bianchi di unincantevole giostra
daltri tempi o cimentandosi in prove di abilità e resistenza quali il tiro a segno,
o una divertente giostra "a pedali" (ecco perché lorganizzazione
raccomandava caldamente un abbigliamento casual!). Il tutto supportato da numerosi e
gentili intrattenitori, come un simpaticissimo clown sui trampoli che si muoveva con il
sottofondo musicale di un organetto a manovella
Molto più formale, ma altrettanto suggestiva e daltri tempi latmosfera che
si respirava durante la serata di gala negli splendidi locali dellOpera Garnier,
allestiti, per loccasione, per la cena e lintrattenimento dei circa 700
invitati
.
Chapeau a la grandeur !
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(Estratto dellintervento dellex Presidente Leaseurope Klaus Feinen, della
Deutsche Immobilien Leasing GmbH)
La Germania è il leader mondiale per portafoglio contratti leasing immobiliare ed, in
questo intervento, lex Presidente Leaseurope - ben noto per la focosità oratoria
non sempre condivisa da tutti - ci descrive le peculiarità del leasing immobiliare
tedesco:
una spiccata diversificazione del portafoglio contratti (che, oltre ad un 30% di
immobili ad uso ufficio, comprende un 25% di immobili destinati al settore pubblico, un
20% di grandi magazzini, un 15% di edifici industriali, nonché un 2% di alberghi e
strutture per il tempo libero);
una lunga durata contrattuale, che varia da 16 a 22 anni e, in linea di principio, che
non preveda la rescissione anticipata.
una particolare struttura finanziaria delle società di leasing immobiliare, che vengono
generalmente costituite come società di scopo per la realizzazione e la gestione di
specifici immobili, con conseguente forte contenuto di servizi dei contratti stessi;
una bassa regolamentazione del mercato, rispetto a quella presente in altri Paesi
europei, quali Francia e Italia.
In sintesi, Feinen attribuisce la contrazione del settore registrata nel 1998 nel suo
Paese ad uno sfavorevole andamento congiunturale, nonché ad alcuni specifici
provvedimenti fiscali; intravede tuttavia buone prospettive per il comparto in coincidenza
con una ripresa degli investimenti ed un miglioramento della qualità dellofferta
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In Germania il leasing immobiliare, diversamente dalla tendenza europea, non ha
registrato nel 1998 uno sviluppo altrettanto positivo quanto quello dellanno
precedente. Nel 1998 la Germania non è riuscita a sottrarsi alla difficile congiuntura
economica. Neanche i frequenti interventi ad hoc operati dal legislatore nelle leggi
fiscali sono stati in grado di contribuire alla continuità della pianificazione economica
presso le aziende. Con 1,6 miliardi di euro, il volume degli immobili ad uso ufficio ha
rappresentato la maggiore percentuale di beni concessi in leasing. Vista laumentata
risposta congiunturale degli immobili ad uso ufficio, nel leasing per nuove costruzioni,
il calo pari al 40% risulta particolarmente drammatico. In questo caso potrebbe anche aver
influito il peggioramento delle possibilità offerte dallarticolo 6b della Legge
sulle imposte sui redditi (Einkommensteuergesetz, EstG) e delle possibilità di
reinvestimento. Molto meno drammatico risulta il calo nel settore pubblico. Il motivo
della riduzione, pari al 10%, dei nuovi contratti deve essere ricercato piuttosto nella
limitata attività di investimento nei bilanci pubblici. Mentre il settore degli alberghi
e degli edifici destinati ad attività ricreative si è stabilizzato sul livello dell'anno
precedente, quello degli edifici industriali e dei grandi magazzini registra incrementi
rispettivamente del 6,4% e di un considerevole 23%. Rispetto agli anni 1998 e 1997, il
portafoglio complessivo presenta una variazione negativa vicina al 10%.
Un breve sguardo dalla Germania all'Europa porta alle seguenti conclusioni:
relativizzando le cifre riguardo al volume dei nuovi contratti nei paesi aderenti a
LEASEUROPE, ovvero confrontando i nuovi contratti con il volume del portafoglio, è
possibile constatare che è l'Italia a discostarsi dall'ordinario. In Italia, la
percentuale dei nuovi contratti rispetto al volume del portafoglio complessivo è pari al
58%, mentre la stessa percentuale risulta ben più modesta in Germania (15%), Gran
Bretagna (10%) e Francia (9%). La Germania rimane il Paese con il volume di portafoglio
più alto, seguita immediatamente dalla Francia.
Se si diversifica il portafoglio dei beni in Germania in base a singoli gruppi di beni,
il quadro che si presenta è il seguente: gli edifici ad uso ufficio registrano la parte
più consistente con il 30% del portafoglio complessivo; seguono gli immobili presi in
leasing dall'amministrazione pubblica con il 25%. I grandi magazzini raggiungono la
considerevole percentuale del 20%. Gli edifici industriali coprono una percentuale del
15%, mentre gli alberghi e le strutture per il tempo libero svolgono, con il loro 2%, un
ruolo secondario.
Attualmente, in Germania, sono iscritte nel registro di commercio circa 1800 società di
leasing, anche se si considerano realmente attive sul mercato soltanto tra le 600 e le 800
aziende circa. Di queste, circa 30 si occupano esclusivamente del leasing immobiliare e
impiantistico; le altre società gestiscono soltanto il leasing mobiliare. Le società
leader del leasing immobiliare sono società affiliate o controllate dalle banche centrali
regionali, dalle casse di risparmio, dalle banche cooperative e commerciali.
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Diventa contraente del cliente leasing la società di scopo o di locazione appositamente
istituita per quel bene e che appartiene ad una società di leasing immobiliare
organizzata come holding e presente sul mercato. In qualità di locatore leasing, la
società di scopo riveste giuridicamente la posizione di costruttore e locatore. La
società di leasing, da parte sua, assume i compiti della società di scopo attraverso un
contratto di mandato. La fondazione della società di scopo avviene ai fini della netta
delimitazione finanziaria, organizzativa, giuridica e fiscale dei singoli oggetti.
In ogni caso, la società locatrice del bene è, nella sua qualità di locatore leasing
e in base al diritto civile, proprietaria dell'immobile, o per l'acquisto del terreno o
per l'ottenimento di un diritto di enfiteusi a lungo termine. Anche la proprietà
economica spetta sempre al locatore leasing, in osservanza delle specifiche disposizioni
fiscali per il leasing. I pagamenti da effettuare in base al contratto di leasing sono
pertanto, da un punto di vista commerciale e fiscale, da considerarsi spese e/o oneri di
gestione per il cliente leasing commerciale.
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Secondo l'opinione dominante, il contratto di leasing immobiliare concluso tra le parti
(la società di leasing immobiliare e il cliente leasing) è considerato dal punto di
vista del diritto civile un contratto di locazione ai sensi degli articoli 535 e segg. del
Codice Civile tedesco BGB, dal momento che lopzione di acquisto da parte del cliente
leasing sarà fissata tramite un contratto da concludere in separata sede. L'acquisto di
un terreno edificato o la costruzione di un edificio su un terreno non edificato
acquistato oppure l'acquisto di un diritto di enfiteusi, costituisce l'operazione base per
poter esercitare la funzione di locatore leasing. A questo proposito devono essere
stipulati contratti di compravendita e opera (art. 242 BGB). Dopo che il bene da dare in
leasing è stato esattamente definito e dopo che si è proceduto alla valutazione dei
costi, in linea di principio, il contratto di leasing può essere stipulato parallelamente
ai contratti base di cui sopra. Da un punto di vista sia giuridico che economico, il
locatore di leasing è considerato costruttore dell'edificio da erigere sul terreno. In
caso di operazioni sale-and-lease-back, il contratto di compravendita funge da base per
l'operazione. I contratti leasing per gli immobili hanno una durata che varia da 16 a 22
anni e, in linea di principio, non possono essere rescissi.
Il rischio del perimento accidentale dell'oggetto di leasing è del locatore nella sua
qualità di investitore. Inoltre, il locatore leasing è responsabile nei casi in cui
l'utilizzo del bene viene compromesso da azioni di terzi. Durante il periodo di utilizzo,
il cliente leasing risponde, in linea di principio, soltanto per i rischi materiali del
bene, se attribuibili al cliente stesso, nonché per gli oneri diretti del bene, come
imposte fondiarie e premi assicurativi, che si hanno anche nei finanziamenti
convenzionali.
I seguenti regolamenti in deroga al modello di contratto di locazione, trovano la loro
base negli interessi delle parti contrattuali. La società di leasing riceve un canone di
leasing che considera come ammortamento parziale del suo investimento con l'aggiunta delle
spese e di un margine di profitto. In molti casi, nella formulazione del contratto
rinuncia ai vantaggi di un aumento del valore del bene, quando al cliente leasing concede
un'opzione di proroga o un'opzione di acquisto del bene ad un prezzo che, normalmente, è
inferiore al suo valore di mercato.
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Il punto centrale delle riflessioni fiscali riguarda linterrogativo su quale delle
parti contrattuali debba imputare allattivo del suo bilancio fiscale il bene in
leasing. Se, come di consueto, la società di leasing è considerata "proprietario
economico" del bene oggetto di leasing, sarà essa ad iscriverlo nel bilancio e ad
ammortizzarlo. Questa attribuzione si basa sui criteri dell'art. 39 del testo unico delle
leggi tributarie (Abgabenordnung, AO), secondo il quale i beni economici sono da imputare
al proprietario. In deroga a questa disposizione vale però che, qualora un soggetto
diverso dal proprietario eserciti l'effettivo dominio materiale su un bene economico, tale
bene è da imputare al soggetto di cui sopra.
E' pertanto chiaro come, nel caso del leasing immobiliare, la prassi odierna si sia
formata soprattutto in coerenza con le disposizioni ed i vincoli dettati dalla fiscalità.
In particolare le esigenze del fisco riguardo la formulazione delle opzioni di acquisto e
di proroga della locazione hanno influenzato la contabilizzazione del contratto di leasing
immobiliare. Affinché non venga messa in discussione l'attribuzione della proprietà
economica del bene al locatore, è infatti necessario che i benefici ed i rischi della
cessione dellutilizzo siano tenuti separati. Se, da una parte, le spese per il bene
in locazione devono essere sopportate economicamente dal cliente leasing tramite il
pagamento dei canoni, dall'altra, il cliente stesso può usufruire dei benefici di aumenti
di valore del bene o assicurarsi un ulteriore periodo di locazione grazie alla definizione
di accordi per un'opzione di acquisto o di proroga della locazione. Con questa chiara
distribuzione e distinzione dei rischi e dei benefici e delle relative spese, nel leasing
immobiliare i rispettivi interessi delle parti si incontrano quindi in maniera
particolare. Il valore residuo finale alla scadenza del periodo base di locazione resta
comunque un rischio pieno e totale della società leasing che, proprio per questo,
mantiene con chiarezza il titolo di proprietaria economica del bene.
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Particolarmente importante per il leasing immobiliare è stato il decreto
sulliscrizione in bilancio del 13/05/1980 dove sono stabilite le modalità di
ammortamento adottabili dalla società di leasing. In esso è stato espressamente
confermato che, in caso di contabilizzazione del bene nel bilancio del locatore, il
contratto di leasing è da considerarsi come contratto di locazione.
Di particolare importanza è il decreto sullammortamento fiscale per il
finanziamento leasing di immobili del 23/12/1991. Tale decreto individua alcuni oneri che
non possono più essere posti contrattualmente a carico del cliente di leasing. Come detto
in precedenza, per mantenere, dal punto di vista del diritto commerciale e di quello
fiscale, la contabilizzazione del bene presso il locatore di leasing e quindi un
finanziamento off-balance per il cliente di leasing, il locatore di leasing
deve risultare a tutti gli effetti il proprietario economico del bene stesso. Tuttavia
già la semplice pattuizione di uno dei punti individuati in questo decreto comporterebbe
l'attribuzione della proprietà economica di tali contratti al cliente leasing. Questi
particolari obblighi riguardano ad esempio laccollo del perimento accidentale da
parte del cliente leasing oppure lobbligo per il cliente leasing di ricostruire
l'immobile anche se la distruzione non è attribuibile a sua colpa o responsabilità.
Dal momento che pertanto tali rischi non possono più essere scaricati sul'utilizzatore,
il locatore di leasing deve tutelarsi di conseguenza ed in tal senso, nell'ambito delle
spese accessorie di locazione, le spese di assicurazione possono, per quanto possibile,
essere trasferite al cliente leasing senza particolari pericoli fiscali.
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In funzione della durata desiderata di un contratto di leasing immobiliare, si individua
lammontare del prezzo dellopzione di acquisto in base agli usuali elementi di
calcolo. Il cliente leasing ottiene il diritto di acquistare il bene dalla società
leasing ad un prezzo dacquisto già definito al momento della stipula del contratto.
Il prezzo dacquisto corrisponde almeno al valore contabile residuo del bene alla
fine del periodo base di locazione che, da un lato, risulta dallapplicazione
dellammortamento lineare delledificio, dallaltro, dalle spese di
acquisto del terreno o da quelle per il diritto denfiteusi.
In alternativa oppure in aggiunta ad unopzione di acquisto, tra le parti possono
essere pattuite anche opzioni di proroga del periodo di locazione. Laffitto nel
periodo di proroga previsto per questa opzione, in base alle disposizioni in materia
ancora da illustrare, deve essere superiore al 75% dellaffitto che di consueto viene
pagato per un terreno paragonabile secondo la tipologia, la posizione e
lattrezzatura. Come il prezzo minimo di acquisto in caso di opzione dacquisto,
anche il prezzo minimo di una proroga di locazione risponde ad un requisito tassativo in
termini fiscali per non compromettere lattribuzione della proprietà economica del
bene alla società di leasing.
Quando oggetto di contratti leasing sono centrali elettriche o grandi impianti che, dal
punto di vista fiscale, sono equiparati ai beni mobili, al locatore leasing viene concesso
regolarmente il diritto di offrire il bene al cliente leasing alla scadenza del contratto
(diritto di offerta). A tal fine, il prezzo di acquisto viene stabilito al momento della
stipula del contratto in maniera analoga al diritto di acquisto e, anche in questo caso,
è orientato al valore contabile residuo fiscalmente valido.
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Come si è visto, lo sviluppo dellattività di leasing in Germania è stato
influenzato, in maniera decisiva, dai decreti fiscali. Linquadramento dal punto di
vista del diritto commerciale segue le disposizioni fiscali. La situazione attuale in
Germania è caratterizzata dal fatto che i contratti leasing non sono sottoposti ad alcuna
norma specifica di diritto commerciale riguardo al bilancio. Anche qui ci si basa pertanto
sul concetto di proprietà economica, adottando così un trattamento analogo a quello del
diritto fiscale. Sulla base della prassi delle aziende di conformare le attività di
leasing immobiliare alle norme fiscali, riguardo al bilancio commerciale sono stati
redatti i Principi per la corretta redazione del bilancio (Grundzüge
ordnungsgemäßer Bilanzierung, GOB).
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Si parla di finanziamento tramite fondi allorquando una società leasing di scopo
impiega, per il finanziamento dellimmobile, oltre ai capitali prestati da istituti
di credito anche capitali propri di privati e di aziende. Nel 1997 l11% degli
investimenti di leasing immobiliare in Germania è stato finanziato attraverso fondi di
leasing; nel 1998 tale percentuale è stata del 15%.
I vantaggi fiscali risiedono nel fatto che i risultati della società riguardo al ricavo
e alla sostanza fiscale vengono imputati per quota parte allinvestitore che, così,
è in grado di compensare le relative imputazioni di perdita con le entrate positive
provenienti da altre attività, sin dalla fase iniziale. Lo sgravio fiscale, che finora è
stato ottenuto dalle valutazioni più basse dellimmobile per la base di calcolo
dellimposta sul patrimonio, di successione e sulle donazioni, è stato tuttavia
limitato con la revisione della valutazione unitaria, con validità retroattiva dal
01/01/96. Infine, bisogna tenere conto delle disposizioni della recente legge sugli sgravi
fiscali. Senza entrare nei dettagli, è stata limitata la compensazione delle perdite tra
diversi tipi di entrate e conseguentemente le entrate provenienti dalla vendita di quote
in fondi industriali/commerciali e società di imputazione delle perdite in generale hanno
subito un notevole peggioramento delle modalità di trattamento.
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Nella Repubblica Federale di Germania lattività leasing non fa parte delle
attività bancarie. Le società di leasing non hanno bisogno di autorizzazioni e possono
essere fondate da chiunque. In generale, in Germania lattività di leasing può
essere svolta da chiunque.
A seconda del grado di regolamentazione dei mercati di leasing, allinterno
dellUnione Europea sussistono diversi requisiti richiesti alle società di leasing.
È possibile distinguere diversi sistemi che differiscono in base al grado di
regolamentazione del mercato di leasing. In un mercato non regolamentato, una società di
leasing non ha bisogno né di unautorizzazione per lo svolgimento
dellattività bancaria né di una licenza di leasing. La licenza di leasing è
richiesta nel mercato regolamentato (es. in Belgio). Mercati fortemente regolamentati
richiedono persino unautorizzazione come istituto di credito, quindi il rilascio di
unautorizzazione per lo svolgimento dellattività bancaria (es. in Francia).
Rimane la speranza che le condizioni del quadro, entro le quali si muove
lattività di leasing in Germania, in futuro non perdano niente del loro carattere
liberale. Lanacronistica sottomissione delle società di leasing ad un controllo
statale di regolamentazione, ad esempio, colpirebbe in maniera sensibile la capacità
innovativa di questo settore creativo. Allo stesso modo, dovrebbe essere rifiutata la
richiesta di un capitale minimo (come ad es. in Italia).
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Il cliente moderno si aspetta qualcosa di più della soddisfazione una tantum delle sue
esigenze tramite un prodotto. Negli obiettivi aziendali, pertanto, la soddisfazione del
cliente svolge un ruolo sempre più importante. Questo vale in particolare per la durata
dellimpegno riguardo al leasing immobiliare. Maggiore la durata del contratto
definita, maggiore limportanza, per ambedue le parti, di una convivenza
allinsegna della partnership. Dal punto di vista del cliente leasing ne risulta la
prospettiva di "più" servizi e, dal punto di vista del locatore di leasing, la
necessità di poter offrire questo di "più", es. sotto forma di management
edilizio.
Basandosi unicamente sulla crescita dimensionale degli affari di una società, non si
ottengono vantaggi rilevanti ai fini della competizione. Da parte delle società di
leasing, sono necessari servizi innovativi, prestazioni a valore aggiunto, per assicurare
la sua ragione di essere sul mercato. A seconda dell'ampiezza degli accordi contrattuali,
una società di leasing deve e può adempiere, nel quadro del contratto di leasing, anche
molteplici funzioni aggiuntive, se il cliente deve essere legato contrattualmente a lungo
termine. Citiamo ad esempio la funzione di consulenza, la realizzazione o lacquisto
del bene oggetto di leasing immobiliare, lavori di manutenzione, compiti di sorveglianza,
lavori di pianificazione e di architettura, assistenza edilizia, amministrazione dello
stabile, laccollo della contabilità dellimpianto e la verifica contrattuale,
nonché servizi di assicurazione. Per lo svolgimento del contratto di leasing spesso la
società di leasing costituisce per ogni bene unapposita società di scopo, la cui
attività riguarda la realizzazione, il finanziamento e la locazione di beni
industriali/commerciali nonché lo svolgimento di tutte le attività necessarie per il
raggiungimento di questa funzione.
Lofferta di servizi qualitativamente sofisticati deve essere garantita a livello
internazionale, oltre che nazionale. Non basta, ad esempio, soddisfare le esigenze del
cliente tramite il coinvolgimento di una società di scopo. Per ottimizzare le esigenze
del cliente, è anche necessario poter rispondere al desiderio del cliente di espansione
verso altri paesi europei. Inoltre, la società di leasing dovrebbe essere in grado di
acquisire clienti, nel quadro di una doppia strategia, in altri paesi europei.
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A causa delle molteplici modifiche di legge nel 1999, risulta attualmente estremamente
difficile fare delle previsioni sullo sviluppo probabile degli investimenti nel leasing
immobiliare. Alcune novità nel diritto fiscale riguardo alle regole di ammortamento, al
riporto e alla retrocessione delle perdite, non rimarranno senza ripercussioni sul
comportamento degli investitori. In particolare linsicurezza che esiste rispetto al
trattamento delle società di imputazione delle perdite (art. 2b EstG) costituisce un
problema per il settore. Il leasing in Germania riceverà impulsi di crescita
dallulteriore internazionalizzazione dellattività. Tutto sommato, le
opportunità per il settore del leasing immobiliare si presentano buone, almeno per quanto
riguarda la capacità di tenere il passo con la crescita degli investimenti
nelleconomia in generale. Come si è già potuto osservare più volte in passato, in
periodi di congiuntura economica in ascesa, le imprese hanno fatto un uso più intensivo
del leasing immobiliare."
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Non possiamo non parlarne. Durante la riunione consiliare a Parigi si è confermata
l'uscita - speriamo tutti solo transitoria - dell'Associazione inglese dalla federazione
europea. Al di là delle difficoltà finanziarie della FLA che sembra abbiano fatto da
scintilla a questa decisione esplosiva, ne è scaturito in seno ai principali paesi
partecipanti un grande dibattito, grandi discussioni e tante idee nuove per risparmiare
costi in generale (ad esempio utilizzando solo la lingua inglese e la posta elettronica
nelle comunicazioni), ma soprattutto per aumentare l'efficienza e l'efficacia delle azioni
della Federazione. In un mercato che cambia a ritmi vertiginosi non solo nei volumi, ma
anche nei contenuti e nella qualità delle relazioni di affari, forse ci voleva questa
"scossa".
Se questa fase di rivolgimento ed aratura delle impostazioni operative della Federazione
produrrà buon frutto lo sapremo nei prossimi mesi. E sarà soprattutto compito del nuovo
Presidente, che verrà eletto entro dicembre prossimo, riuscire a dare concretezza alle
tante idee nuove portate avanti soprattutto dai rappresentanti italiani.
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Prosegue, in ambito Leaseurope lazione di contrasto alle proposte per la
contabilizzazione del leasing contenute nel "Rapporto McGregor."
Lattività del Comitato Affari Contabili e Fiscali Leaseurope è, inoltre, volta a
sensibilizzare la Commissione Europea sul fatto che i differenti approcci alla
contabilizzazione del leasing derivano dalla diversa qualificazione giuridica che viene
data al leasing nei Paesi dellUnione. Di qui le proposte attualmente in discussione
presso la Commissione Europea al fine garantire che lorgano sovranazionale chiamato
a uniformare i principi contabili sul leasing tenga conto del loro possibile impatto sulle
differenti realtà europee, contrariamente a quanto viene accusato di fare attualmente lo
IASC (International Accounting Standards Committee) che sembra privilegiare
lapproccio cosiddetto "anglosassone" alla contabilizzazione del leasing.
Ai due interventi, del Presidente del Comitato Affari Contabili e Fiscali Leaseurope H-G
Schulz e del Capo Unità della DG XV della Commissione Europea K. Van Hulle, tenutisi
nella Sessione di lavoro sulla contabilità del leasing, si riallaccia il seguente
intervento di M. Paoletti Perini nella giornata di chiusura del Convegno
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"La domanda che fa da titolo al mio intervento è sicuramente una domanda retorica,
perché altrimenti ci sarebbe da fare non tanto discorsi quanto piuttosto gli scongiuri.
Una ventata di ottimismo ci è, dei resto, venuta ieri pomeriggio da Mr. Van Hulle che
ci ha assicurato che la Commissione Europea non si farà mettere i piedi in testa da
nessuno e che non accetterà mai soluzioni capaci di violare i principi fondamentali degli
ordinamenti giuridici dei nostri Stati.
Ad ogni buon conto, secondo la legge di Murphy, quando assolutamente non si vuole che
una cosa succeda, essa finisce fatalmente per verificarsi.
Sempre Murphy ha poi constatato che quando ci sfugge di mano una fetta di pane imburrato
essa cadrà sempre in terra dalla parte imburrata.
Con queste premesse, certamente non scientifiche, ma che rappresentano in modo
realistico quello che usualmente succede nella vita di tutti i giorni, è da considerare
abbastanza probabile che i principi che ispirano il rapporto McGregor si traducano in
direttìva o norme contabili destinate anche a noi e ai nostri clienti.
A favore di questa ipotesi, che potrebbe a prima vista sembrare frutto di una
accettazione quasi fatalistica di eventi negativi, sta anche un'altra considerazione. Con
il suo progetto, McGregor si propone di realizzare obiettivi di correttezza, chiarezza e
trasparenza dei bilanci, toccando così argomenti a cui sono particolarmente sensibili non
solo (e non tanto) i tecnici e gli addetti ai lavori, ma soprattutto l'opinione pubblica e
la classe politica in particolare.
Questo ideale di "ecologia bilancistica" cui dichiara di ispirarsi McGregor
rappresenta un efficacissimo strumento per fare breccia nelle convinzioni di chi dovrà
esaminare questo progetto - A questo si aggiunge, come ulteriore elemento corroborante,
l'intento di omogeneizzare a livello mondiale la rappresentazione in bilancio dei leasing.
In un'epoca di globalizzazione dilagante un tale proponimento sarà facilmente condiviso
da autorità ed esperti,
Se poi la norma dovesse contenere, come sembra, qualche errore sul piano della pratica
attuazione dell'obiettivo, a ciò non verrà verosimilmente data eccessiva importanza e vi
si passerà sopra in nome del maggior ideale di uno sviluppo culturale destinato a far del
bene alla collettività economica genericamente intesa. Lo stesso Oscar Wilde, che era
forse un tipo un po' particolare, ma che nell'interpretazione dei comportamenti umani
aveva un acume non indifferente, ha rilevato che quando compiono i più gravi degli errori
gli uomini lo fanno sempre dichiarando di agire per i più nobili degli ideali.
Ecco quindi perché non sono molto sicuro sulla possibilità che le nostre associazioni
professionali riescano, col semplice ricorso a argomenti tecnici, a fermare totalmente
l'avanzata delle idee sostenute nel progetto. Ciò non significa peraltro che se siamo
convinti che quanto prospettato da McGregor sia oggettivamente sbagliato abbiamo dovere
morale di continuare la nostra opposizione.
Dopo tanti anni di lotta coronata da ancora scarso successo penso però che forse è
giunto il tempo di pensare seriamente anche all'ipotesi che il progetto, pur se con
qualche emendamento, passi, di considerare gli effetti che potrà avere sul mercato e di
studiare le possibili contromisure che potremo adottare in termini operativi.
Se qualcuno dei presenti pensasse che il mio atteggiamento sia sbrigativamente
disfattista, faccio presente che la stessa nostra Federazione sembra pensarla nello stesso
modo, visto che mi ha proposto dì parlare dei "dopo McGregor". Se si voleva
continuare a dare per certa la totale vittoria finale sarebbe stato di malaugurio anche il
solo proporre il tema della sconfitta in quanto tale, e non tanto il modo o le convinzioni
con cui un relatore può trattarlo.
Nel valutare l'impatto che le nuove regole potranno avere sui mercati dei vari paesi
bisogna innanzi tutto ricordare le grandi differenze di prodotto, di volume, di contesto
generale che si riscontrano in Europa. Il leasing che viene praticato in Italia è, per
esempio, molto diverso da quello che si trova in Germania o in Gran Bretagna. Diversi sono
i volumi, le dimensioni medie delle operazioni e la loro struttura con riferimento
specifico alle prestazioni offerte dalle società di leasing. Diversa è la qualificazione
giuridica data, nei vari stati, ai contratti di leasing; e diverse sono le regole di
contabilizzazione e di redazione dei bilanci, Queste differenze sono senz'altro legate a
specifiche particolarità che si riscontrano in ciascun paese per quanto riguarda la
situazione socio-economica, lordinamento giuridico nel suo insieme, gli orientamenti
giurisprudenziali, la normativa fiscale. Pesa poi in maniera diversa la gamma dei prodotti
finanziari alternativi presenti sul mercato: elementi tutti che nel loro reciproco
combinarsi possono far registrare, in un ideale diagramma, una volatilità assai
accentuata. Lo spostamento di uno di questi elementi comporterà quindi conseguenze
diverse da paese a paese. L'effetto di una modifica dei principi di contabilizzazione
dell'operazione sarà, pertanto, come dimensioni, di entità direttamente proporzionale al
peso che in ogni paese le regole contabili vigenti hanno nel determinare il maggiore o
minore gradimento del leasing.
Non conoscendo che superficialmente la situazione dei vari paesi non posso azzardare
previsioni generalizzate sul loro futuro. Posso tutt'al più cercare di indovinare cosa
potrà succedere sul mercato italiano, che conosco meglio e che presenta senz'altro
diversi punti di consonanza con altri mercati. Le considerazioni che farò potranno
servire per i colleghi di altri paesi come traccia di ragionamento da applicare alle loro
realtà.
Sono innanzi tutto dell'avviso che per l'Italia, ma sicuramente anche per la grande
maggioranza dei paesi di civil law, è inaccettabile e inammissibile che il progetto
McGregor possa attentare alla pienezza dei diritto di proprietà dei lessor, anche se
venisse prevista la contabilizzazione dei valore del bene all'attivo del bilancio del
lessee, come contropartita del debito per canoni iscritto al passivo. Con buona pace dei
contabili non compete a loro dare la qualificazione dei diritti o dei contratti, che
spetta invece al legislatore ordinario e ai tribunali civili. Compito dei contabili è
semmai quello di recepire la realtà così come viene definita da chi è competente a
farlo e di cercare di rappresentarla nel modo più chiaro che loro riesce. Pretendere
l'iscrizione del bene nell'attivo dei lessee può quindi tutt'al più essere inteso come
un espediente contabile fine a sé stesso, come del resto se ne sono già visti, ma non
può avere gli effetti di un esproprio da terroristi. Se in certi paesi così non fosse
vuol dire che in essi l'espediente è impraticabile e le autorità competenti non
mancheranno certamente di opporsi all'introduzione di regole contabili che avrebbero
effetti devastanti sulla sostanza giuridica del rapporto di leasing.
Voglio quindi pensare al progetto McGregor solo come a una misura che impone di
evidenziare in bilancio, per motivi di chiarezza e trasparenza, gli impegni finanziari
duraturi.
Quanto agli effetti che simili provvedimenti a contenuto contabile e fiscale possono
produrre sulla sostanza e sull'attrattiva del "prodotto leasing", ritengo che
l'esempio italiano possa essere emblematico. Affermatosi agli inizi degli anni 70 come
contratto a prevalente connotazione locatizia, il leasing poteva essere praticato da
lessor di qualsiasi tipo e consentiva ai lessee di ammortizzare fiscalmente l'investimento
in tempi molto rapidi, data la piena deducibilità delle rate che venivano considerate a
tutti gli effetti canoni di locazione, come in quasi tutti gli altri paesi. A un certo
momento l'Amministrazione Tributaria ha stabilito che la rata di leasing era deducibile
solo se il contratto aveva una durata pari ad almeno la metà dei periodo in cui il lessee
avrebbe potuto ammortizzare fiscalmente l'investimento qualora avesse acquistato
direttamente il macchinario. 1 contratti di leasing troppo corti, che consentivano un
assorbimento fiscale molto concentrato, non erano più fiscalmente ammessi (ma lo sono
ancora civilisticamente). Un importante elemento di attrattiva, su cui si era molto
insistito nella offerta dei prodotto, veniva a scomparire: ma il mercato dei leasing ha
continuato a crescere.
Successivamente, attraverso una serie di interventi progressivi, è stato introdotto nei
bilanci dei lessor un regime di contabilizzazione tipicamente finanziaria che può
comportare talvolta, qualche strana commistione concettuale, perché in sostanza si
rappresentano i beni dati in leasing come se fossero crediti, e i crediti come se fossero
beni, per cui qualche teorizzatore esterno, amante di sistemi totalmente coerenti e
assolutamente precisi, potrebbe chiedersi di chi in effetti siano i beni. Noi, con un
approccio molto pragmatico, abbiamo dato al problema l'importanza che realisticamente
meritava, rappresentiamo l'operazione come ci hanno detto di fare i volumi di lavoro
crescono e nessuno, anche in sede giudiziaria, ha mai seriamente messo in dubbio la nostra
piena e esclusiva proprietà dei beni.
In aggiunta a questo, il leasing è stato definito "prodotto finanziario" e si
richiede quindi che il lessor sia una banca o comunque un istituto finanziario sottoposto
a vigilanza prudenziale, di intensità graduata in funzione del livello dimensionale della
società. Le operazioni dì leasing vengono dettagliatamente segnalate alla Centrale
Rischi gestita dalla Banca d'Italia, per cui tutto il sistema creditizio ne è informato e
può seguirne l'andamento. Nonostante l'accensione della spia le vendite del nostro
prodotto crescono.
Anche sul fronte dei lessee il processo di "finanziarízzazione" si fa sempre
più evidente dato che nella gestione di molti profili fiscali del leasing diventa sempre
più diffusa la scissione del canone in quota capitale e in quota interessi, e questi
ultimi diventano sempre più importanti nel computo di certe imposte. Nonostante tutto, il
nostro prodotto "tira" e si dimostra competitivo.
La ragione del successo del leasing sta a mio avviso nel fatto che esso è ad oggi, in
Italia, il migliore strumento di cui una impresa dispone per finanziare un investimento di
medie dimensioni.
Ora, io mi rendo perfettamente conto che i miei ragionamenti non possono essere
generalizzati, facendoli diventare verità assolute, buone per tutte le situazioni e per
tutte le circostanze.
Non posso pensare che quanto vale per un mercato costituito da operazioni di importo
medio di circa 70.000 Euro e di durata media sui 5 anni, possa valere anche per contesti
socio-economici in cui attraverso il leasing si realizzano investimenti di grossi immobili
o di grandi infrastrutture, per durate fino a 20 anni e oltre. Dico però che in ogni caso
non si può pensare che il leasing sia un prodotto che non ha una validità sua propria, e
che la sua convenienza stia solo nel fatto che aiuta a pagare meno tasse, e a non rendere
noto l'indebitamento dei lessee.
Questi sono tutt'al più elementi di contorno, oltretutto molto spesso totalmente
contingenti e che costituiscono delle variabili non controllabili dalla nostra
professione, come per esempio la politica fiscale di un certo paese in un certo momento
storico. Basarsi troppo su questi profili significa condannare il leasing ad una
aleatorietà che non rende giustizia al suo intrinseco valore.
Anche perché, a ben guardare, cosa potrà succedere? Il leasing, per quanto riguarda le
regole contabili, potrà assomigliare un po' più a un finanziamento. Si badi bene: sotto
il profilo contabile e non sotto il profilo sostanziale, che resterà sempre quello che
ogni paese si è lecitamente dato. Mi ricordo che anni fa alcuni erano molto timorosi
della 2a Direttiva di Coordinamento Bancario perché l'inserimento del leasing nella lista
dei contratti a natura finanziaria poteva sconvolgere il mercato in quei paesi in cui il
leasing è considerato una locazione e può essere praticato da tutti (o quasi). Oggi la
Direttiva è passata, il leasing figura nella lista, ma nei paesi in cui il leasing era
una locazione consentita a tutti è rimasto tale. E sono sicuro che le autorità dei paesi
che considerano il leasing un prodotto non finanziario praticabile da tutti non
carribieranno idea solo per l'opinione di un gruppo di esperti americani o australiani che
approcciano la realtà globale come se tutto il sistema fosse retto dalle sole regole che
essi conoscono.
Non vedo di che preoccuparsi perché cambia una regola contabile e si impone di esporre
con chiarezza il leasing in bilancio. Anche perché la cosa non riguarderà solo il
leasing. I finanziamenti classici figurano da sempre in bilancio, ma anche le locazioni
semplici, intese come impegno pluriennale dal quale il locatario non può liberarsi a sua
discrezione, dovranno essere per coerenza evidenziate in bilancio. In questo senso si è
già espresso Sir David Tweedie [n.d.r. Presidente dellAutorità Britannica in
materia di principi contabili, ASB], in occasione dell'incontro che Leaseurope ha avuto
mesi fa con lui.
Quanto poi a come fare per dare chiara notizia di un contratto di leasing (o di
qualsiasi altra obbligazione di durata) penso che di tutte le soluzioni possibili McGregor
ne abbia scelta una piuttosto infelice, che non dà una chiara rappresentazione delle
cose. Non si contribuisce alla trasparenza di una informazione imponendo a una persona di
far finta di essere quello che non è (cioé proprietario del bene). Senza scendere in
dettagli di cui non sono competente, un chiaro riferimento al leasing nella Nota
Integrativa al bilancio mi sembrerebbe già un bel passo avanti.
Aggiungo, anche se molto sommessamente, che tutto sommato l'idea che una impresa debba
dare adeguata informazione delle obbligazioni di durata che ha contratto non mi dispiace.
La reticenza non è un comportamento virtuoso e stento ad ammettere che possa assumere la
dignità di elemento caratterizzante di un prodotto di successo. Dire che il leasing si è
affermato perché non figura in bilancio significa fare opera denigratoria della nostra
attività. Non dobbiamo sembrare complici di chi vuole agire in modo opaco.
Comunque dopo McGregor cosa mai potrà accadere?
Mi risulta difficile pensare che la nostra clientela, sconvolta dall'idea di dovere
rappresentare loperazione in bilancio, decida in massa di non fare più leasing. In
alternativa cosa dovrebbe fare? Più finanziamenti classici o più contratti di locazione?
Ma anche operazioni di questo tipo, come si è detto, già figurano o comunque dovranno in
futuro figurare in bilancio. Allora, non essendo possibile operare in segreto, non si
faranno più investimenti? Non è possibile pensare una eventualità del genere.
Capisco benissimo che l'attuale regime di contabilizzazione e di rappresentazione in
bilancio del leasing possa offrire, rispetto ad altri strumenti alternativi, un vantaggio
competitivo, che può sommarsi ad altri vantaggi derivanti da specifiche regole fiscali.
Questa situazione di contorno può senz'altro aver agevolato lo sviluppo della nostra
attività. Credo questo non solo per i paesi in cui il leasing è in sostanza
un'alternativa al mutuo, ma anche e soprattutto per i paesi dove esso si presenta con il
profilo di una locazione ricca di valore aggiunto per il cliente.
Capisco che per le società che operano in quei mercati la situazione possa cambiare sul
piano commerciale soprattutto se andasse a finire che il leasing va rappresentato in
bilancio e le locazioni ordinarie no.
Ma non penso assolutamente che il cambiamento di regole collaterali possa decretare la
fine del nostro prodotto. Per renderlo più attraente in comparazione con altri prodotti
concorrenti non potremo forse più fare affidamento su circostanze favorevoli esterne, ma
dovremo darci da fare per arricchirlo sempre più di contenuti, soprattutto nel settore
dei servizi collegati al materiale dato in leasing. E in questo senso, soprattutto per i
paesi in cui le società di leasing sono controllate, occorrerà il sensibile sostegno
delle Autorità di Vigilanza che le aiuti a svilupparsi sul versante non tipicamente
finanziario.
Dovremo magari sforzarci a inventare ancora qualcosa di nuovo o a sviluppare qualcosa
che già esiste nel nostro pacchetto di offerte. Una banca non conosce le macchine come le
conosciamo noi, e non sa disporne a fini di tutela del proprio credito come sappiamo fare
noi. E se volesse portarsi al nostro stesso livello dovrebbe diventare anch'essa
proprietaria dei beni, cioè dovrebbe mettersi a fare leasing. Potenza del prodotto! Certo
in prospettiva aumenterà la competizione. Come in tutte le gare si potrà vincere e si
potrà perdere, fino a rischiare addirittura di scomparire come ritengo possa succedere a
quelle società che pensassero di rendere più attraente la loro offerta abbassando i
prezzi a livello di saldi di fine stagione. Forse la stagione sarebbe allora veramente
finita per loro.
Con tutti questi discorsi non voglio certo sminuire l'importanza degli sforzi che
Leaseurope sta facendo per contrastare il rapporto McGregor. Un'assurdità innocua resta
pur sempre un'assurdità, e in quanto tale va combattuta. Bisogna che gli esperti ci
vadano piano a cambiare le regole di un prodotto che non ha arrecato sostanziali danni a
nessuno e che offre sostegno in Europa a più del 10% degli investimenti complessivi e al
20% degli investimenti mobiliari.
Quello che mi preme comunque in questa sede è affermare che nonostante le molte insidie
che provengono da ogni parte il leasing ha una natura e una vitalità che gli
permetteranno di superare tutte le difficoltà. Questa natura e questa vitalità, noi che
ne siamo i depositari e i custodi, dobbiamo proteggerle e coltivarle."
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Dopo tanti anni di inseguimento durante i quali abbiamo dovuto sopportare pregiudizi e
qualche angheria di molti colleghi europei, sia a livello paese (con la Presidenza, per
ora unanimemente apprezzata, di Romano Prodi), sia nel nostro microuniverso Leaseurope le
cose stanno davvero cambiando. Merito dei due anni di Presidenza Leaseurope di Dattolo,
del deciso salto qualitativo dato alle statistiche europee prima da Cioci ed ora da Biagi,
della massiccia e costante partecipazione di italiani alle Commissioni, ai Consigli ed ai
convegni della Federazione, della sempre più fitta rete di relazioni amichevoli intessuta
con le Associazioni nazionali più importanti. Da ultimo, primeggiamo persino nel torneo
di golf. Non avevamo mai partecipato e zac: la prima volta che ci partecipa un italiano
(Giacomo Corna, sindaco dell'Associazione e imprenditore leasing noto per la prestanza
sportiva nonostante l'età
), subito si porta a casa la coppa del primo premio. Non
c'è da stupirsi poi se ci siamo ritrovati intorno una certa freddezza quando qualche
collega estero ha avanzato l'ipotesi che l'Italia mirasse a prendere nuovamente la
Presidenza della Federazione. Nella vita non bisogna mai stravincere
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Con il recente decreto legislativo n.342/99 di modifica del testo unico bancario,
L'Ufficio Italiano Cambi viene rafforzato e potenziato nelle sue funzioni. Anzitutto
prendendo atto nelle varie disposizioni procedurali dell'autonomia conquistata dall'UIC
con la trasformazione in "ente strumentale" della Banca d'Italia ad opera del
decreto legislativo n. 319/98. Ma soprattutto attribuendo all'UIC stesso una nuova,
importante facoltà: quella di effettuare sugli Intermediari Finanziari ex art. 106
iscritti nell'elenco generale una vera e propria attività di controllo ispettivo. In
parziale analogia a quanto svolto dalla Banca d'Italia sugli I.F. dell'elenco speciale,
l'UIC avrà d'ora in poi titolo per "acquisire informazioni, atti e documenti ed
esiguire ispezioni" sugli I.F. 106. Ancorché quest'azione di controllo debba
ovviamente essere indirizzata alle specifiche e tutto sommato ancora limitate finalità
funzionali affidate all'UIC, non è azzardato immaginare che gli I.F. dell'elenco generale
dovranno in futuro sottostare ad una forma di Vigilanza certo molto "leggera",
ma a cui sinora non erano stati sottoposti
Ma il rafforzamento dell'UIC non si ferma qui: con la emanazione del decreto legislativo
n. 374/99 pubblicato a fine ottobre sulla G.U. il Governo ha esteso la normativa
antiriciclaggio a tutte quelle attività - tra cui l'attività di recupero crediti ed
altre attività non tipicamente finanziarie, quali le gallerie d'arte o le case da gioco -
particolarmente meritevoli di controllo per il fatto di realizzare laccumulazione o
il trasferimento di ingenti disponibilità economiche o finanziarie o risultare comunque
esposte ad infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. La novità importante di
questa nuova norma è l'istituzione, accanto a quella di "mediazione creditizia"
(di cui all'art. 16 della legge n. 108/96), dell'attività di "agenzia in attività
finanziaria" nel cui ambito verranno presumibilmente a confluire tutti i c.d.
"collaboratori esterni" (agenti, mandatari e brokers) delle società di leasing.
Ebbene, con le disposizioni attuative di questo nuovo decreto che verranno emanate nei
prossimi mesi, tutti questi soggetti saranno tenuti all'iscrizione in appositi elenchi
all'uopo istituiti presso l'UIC.
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Finalmente, l'azione associativa portata avanti negli ultimi anni ha portato frutto. Il
nuovo decreto legislativo n. 342/99 di modifica del testo unico bancario porta in dote
agli Intermediari Finanziari iscritti all'elenco speciale ex art. 107 e pertanto vigilati
dalla Banca d'Italia al pari delle banche, un'importante affermazione di principio: d'ora
in poi, ad essi si applicano le stesse disposizioni previste dall'art. 47 del t.u.b. per
le banche in tema di operatività nella gestione dei contributi pubblici. Si tratta di una
"statuizione" di portata storica perché sancisce così in modo inequivocabile
la parità fra banche e I.F. vigilati su un comparto, quello delle agevolazioni pubbliche,
nel quale si sono registrate (488 docet) ed ancora oggi si registrano asimmetrie e
distorsioni normative che compromettono una trasparente e sana concorrenza fra gli
operatori. Asimmetrie contro le quali l'Associazione, forte del conforto istituzionale
così finalmente incamerato, si sta battendo proprio in questi giorni con rinnovato vigore
e con - finalmente - maggiori probabilità di successo del passato
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"Trattato di diritto privato Vol.XV I contratti nuovi Factoring
Locazione finanziaria" R.Clarizia, Ed. Giappichelli Torino 1999
È di recente uscito nelle librerie, edito da Giappichelli, il "Trattato di diritto
privato Vol.XV I contratti nuovi Factoring Locazione finanziaria"
scritto dal Prof. Renato Clarizia. Lautore, docente universitario di Diritto
privato, commerciale e civile nonché autore di diversi saggi di diritto, tratta in un
unico volume i due istituti contrattuali del factoring e della locazione finanziaria,
partendo dalle loro origini fino al loro più recente evolversi.
"Il vantaggio fiscale del leasing" M.Regalli, G.Tagliavini Ed. EGEA Milano
1999
Pubblicato di recente da EGEA, "Il vantaggio fiscale del leasing" si presenta
come un utile strumento operativo per le strutture commerciali nel calcolo dei costi del
leasing al netto dell'effetto imposte, con riferimento ovviamente al contesto fiscale
italiano oggi vigente. Il testo è corredato da una serie tabelle comparative e dal
programma con le formule utilizzate per i calcoli.
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Serie Leasing Agevolato
n. 54 dell8 ottobre Tassi leasing agevolato del Mediocredito Centrale
mese novembre 1999
Serie Leasing Auto
n. 13 del 22 ottobre Statistica mensile "frodi auto"
Serie Fiscale
n. 7 del 5 ottobre Imposte sui redditi: effetti della direttiva CE 98/14 sulla
deducibilità dei canoni di leasing relativi ad autoveicoli utilizzati dagli agenti di
commercio ed adibiti al trasporto promiscuo di persone e di cose, previsti allart.
54, comma 1, lett. c), del codice della strada
n. 8 del 22 ottobre ICI Potestà regolamentare dei comuni e variazione di
soggettività passiva
n. 9 del 26 ottobre Tasse automobilistiche: individuazione delle Regioni alle
quali sono attribuite la titolarità e alcune funzioni (riscossione, accertamento,
recupero, rimborsi, sanzioni, contenzioso) in materia di tasse automobilistiche non
erariali
Serie Legale
n. 6 del 5 ottobre Esercizio fuori sede delle attività finanziarie per il
tramite di agenti, brokers e procacciatori di affari
n. 7 del 5 ottobre I principali effetti della legge delega per la
depenalizzazione dei reati minori e modifiche al sistema penale e tributario
sulloperatività delle società di locazione finanziaria
n. 8 dell8 ottobre Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali:
Provvedimento del garante per il trattamento dei dati sensibili
n. 9 del 18 ottobre Modifiche al testo unico bancario
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4 ottobre Delphi Leasing Milano
14 ottobre Gruppo di Lavoro Commissione Tecnica "Ispettorato Leasing"
Roma Aggiornamento sullo stato di avanzamento del manuale per la visita ispettiva
15 ottobre Gruppo di Lavoro Commissione Tecnica "Rischio di credito"
Milano Pianificazione dellesercitazione che si tiene durante il corso di formazione
Assilea SDA Bocconi "La valutazione del rischio di credito"; risultanze
del questionario "rating" e prospettive di sviluppo degli approfondimenti
relativi.
19 ottobre Commissione Leasing Agevolato Roma
22 ottobre Commisione Leasing Auto Roma Indicazione sigla della provincia sulle
targhe; previsione contrattuale del divieto di espatrio; monitoraggio contravvenzioni
notificate alle società concedenti
26 ottobre Consiglio Firenze
27 ottobre Gruppo di Lavoro BDCR "Interassociativo" Milano
28 ottobre Gruppo di Lavoro BDCR "Pilota" Firenze
29 ottobre Gruppo di Lavoro BDCR "Puma 2" Firenze
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Normativa antiriciclaggio rapporti continuativi
Locazione finanziaria di nave o di peschereccio
Regime fiscale, in materia IVA e imposte sui redditi, dei contributi di cui
allart.9 della Convenzione stipulata con il Confidi (Consorzio garanzia collettiva
fidi della Sardegna)
Problematiche di natura fiscale (ai fini IVA e delle imposte sui redditi) che possano
limitare il ricorso allo strumento della locazione finanziaria da parte di un utilizzatore
imprenditore agricolo
Modalità di determinazione della base imponibile ICI relativamente ad un immobile
iscritto nel gruppo catastale "D" e senza attribuzione di rendita
Produzione allufficio del Registro di una semplice copia di atto di vendita
autenticato per ottenere lo sgravio della tassa
Pagamento della tassa di circolazione allUfficio delle Entrate
della propria Regione anche se lautovettura è stata immatricolata in una Regione
diversa
Il Consiglio Assilea, nel corso della riunione
tenutasi il 26 ottobre a Firenze ospite della Mercantile Leasing, ha preso atto del
recesso dalla Associazione della Barclays ed ha accolto tre nuovi soci ordinari: la
FINDOMESTIC LEASING, il CREDITO VALTELLINESE (che farà gruppo con la Bancaperta) e la
TRANSOLVER FINANCE (che farà gruppo con la Sava Leasing).
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